Il confronto come occasione di crescita

“Non competo con nessuno.
Proseguo il mio cammino.
Non ho il minimo desiderio
di cercare di essere superiore agli altri
.
Aspiro solo a migliorare,
ad essere migliore di quello che ero prima.
Io sono così e sono libero!”

– Anonimo

Le occasioni di confronto con altri bambini devono essere vissute come momento di crescita e di divertimento, non di competizione. Non mettiamo i nostri figli in gara con i propri coetanei o, peggio, con i fratelli e le sorelle. Ogni essere umano ha il suo cammino ed il suo tempo; sarebbe inutile ed anche dannoso, non aiuterebbe la propria autostima, né la loro socialità, né tanto meno rafforzerebbe la relazione con noi. Il bambino finirà per non volere fare più nulla insieme a noi o non vorrà più frequentare nessuno per paura di essere giudicato o inadeguato ed incapace. Impegniamoci per godere dei momenti con i nostri figli sospendendo il giudizio. Non sempre è facile: paure, dubbi, e a volte l’incapacità di accettare l’errore che è l’inevitabile compagno del fare, ci condizionano e ci impediscono di essere obiettivi, ma dobbiamo ricordare che lo scopo è aiutarli a crescere bene, senza fretta e senza proiettare su di loro i nostri vissuti. L’educatore deve dare sostegno al bambino e lo aiuta ad acquistare sicurezza e fiducia in sé. Quando quest’ultimo sentirà il rispetto e la fiducia non sottoposta alle esigenze di una prestazione stabilita dall’adulto, sarà in grado di sbagliare senza ansie e di seguire i propri ritmi ed i propri tempi. Queste capacità porteranno alla conquista dell’indipendenza.

Chiudo queste poche (ma spero interessanti) righe con una frase della spesso dimenticata, e per fortuna oggi fortemente rivalutata Maria Montessori, “L’adulto deve dare quel tanto che è necessario affinché il bambino possa utilmente agire da solo: se fa meno del necessario, il bambino non può agire utilmente; se l’adulto fa più del necessario, e perciò si impone o si sostituisce al bambino, spegne i suoi impulsi fattivi.”